Skip to main content

Press

Arianna Forni
Arianna Forni
Giornalista
Scrittrice

La magia è un ponte che ti permette di passare dal mondo visibile in quello invisibile. E imparare le lezioni di entrambi i mondi
Paulo Coelho

L’impattante conformità di una linea nera, la sintesi capace di proiettare, analizzare e definire i lineamenti dello spazio, del tempo, di un volto e di tutti quei dettagli margine di uno sguardo distratto ma, allo stesso tempo, protagonisti di un’osservazione attenta.

Viviamo in un mondo difficile da comprendere nel profondo, Andy riesce a darci l’immagine immersiva del contesto, omogeneo e riconoscibile, tradotto dalla sua personale filosofia, da una grande cultura, dalla memoria vivida, dalle numerose esperienze rese palpabili ed evidenti attraverso le sue opere.

Andy è lo specchio liberty della stilizzazione contemporanea; è ornamentale come gli intarsi dell’ingresso nei monasteri Indiani, Cambogiani; Andy è introspezione e gioco, è storia e attualità.

Gli anni dal ’78 all’’85 sono i suoi “Migliori Anni”, sono il periodo da cui si è lasciato coinvolgere emotivamente, in quel fermento artistico fatto di commistioni di tutte le arti, di espressione ed espressionismo contestuale e contestualizzato, in quel movimento di giovani creativi, capaci di dialogare con un mondo disposto ad ascoltare, lui ha trovato la sua strada.

La No Wave newyorkese, sottocultura punk antagonista della new wave, ha raccontato l’altra faccia della medaglia, quella fatta di anti-convenzione legata, in modo molto stretto, a qualsiasi genere artistico: visuale, musicale, video; un periodo di grande impatto e risonanza, in cui il combattimento era solo trovare una chiave di lettura sociale per arrivare dove nessuno sarebbe mai potuto giungere; è proprio da qui che nasce la filosofia di Andy, la mutazione plasmata del pensiero di un artista a 360° che parla in musica anche attraverso le sue opere.

La sua arte vibra alla frequenza fluo, tra 350 e 700 nm, nell’esatto momento in cui il Pianeta collide con questo spettro i colori si accendono e con essi le sue opere; un gioco tra concavo e convesso, tra esaltazione della fluorescenza e dolce assopire della stessa, una dinamica artistica, vera e vivida, capace non solo di farci vivere l’opera ma di farla vivere nel riflesso della luce propria, di quel cromatismo magistralmente eletto nell’accostamento tra complementari e nella de-contestualizzazione delle macchie.

L’amore per l’arte di Andy è lo stesso amore che vuole trasmettere a chiunque incontri le sue opere, lo storytelling prepotente e preponderante fa delle sue tele romanzi intricati, in cui il mito prende forma, in cui la morbidezza ha il sopravvento, in cui l’evoluzione è continua e continuativa; lasciarsi condizionare da un racconto è il solo modo per evadere dalla routine quotidiana e vedere, finalmente, la bellezza trascendente insita nelle sensazioni fisiche e psicologiche.

Lasciati trasportare dal colore e impara a vibrare al ritmo della fluorescenza: potrai vedere dettagli sconosciuti e scoprire un mondo di cui non conoscevi l’esistenza.

Il rispetto per la cultura e la comprensione della memoria porta Andy a dipingere un racconto intenso: tra miti e onomatopee grafiche, tra sogno e realtà.

Il tuo contemporaneo trova massima espressione in un pop nato dalla cultura musicale dei primi anni 80 che si rispecchia nella necessità di dare ulteriore linfa alla cultura del tuo quotidiano.

Lo sguardo è prepotente, entra nel tuo spettro visivo e vibra alla risonanza fluo di quelle macchie de-contestualizzate all’interno di un outline tanto semplice quanto, definitivamente, complessa e accattivante.

Le opere di Andy non vanno solo osservate, vanno guardate e, soprattutto, ascoltate.